Fare igiene

Produzioni zootecniche: la filiera si evolve

I tempi dell’approssimazione sono finiti: le norme comunitarie sulla sicurezza degli alimenti e sulla tutela dell’ambiente sollecitano l’allevatore ad uscire dagli stretti orizzonti del proprio allevamento per riscoprirsi attore responsabile dell’organizzazione di filiera.

La sostenibilità di lungo termine di un’impresa zootecnica è destinata a gravitare intorno a un protocollo di igiene accuratamente pianificato e meticolosamente applicato. Gestire un allevamento in regime di biosicurezza stimola l’evoluzione del pensiero e la revisione delle «buone prassi» perché obbliga tutti i produttori a identificare momenti e punti critici predisponenti per lo sviluppo di agenti patogeni responsabili di danni sanitari e soprattutto di «non conformità» (Direttiva CE 99/2003, Direttiva CE 91/630).

Igiene degli allevamenti: l’offerta di prodotto si rinnova

Tre sono gli assi portanti di un efficace protocollo di biosicurezza su cui dovranno confrontarsi sia il grande gruppo integrato che il singolo allevatore:
operatori preparati e adeguatamente formati; attrezzature di applicazione idonee; prodotti efficaci, sicuri e conformi alle normative.

Nella fattispecie detergenti e disinfettanti hanno già cominciato a uniformarsi sui «paletti» più stringenti e severi imposti da Direttive e Regolamenti comunitari (Direttiva CE 98/8, Regolamento CE 648/2004, Direttiva CE 1907/2006) a garanzia di sicurezza per la manodopera e di tutela dell’ambiente. Un rovescio della medaglia prevedibile ma inevitabile è l’incremento di costo di tali mezzi tecnici conseguente all’acquisizione di una loro «impronta» sempre più equiparabile a quella di «farmaci per l’ambiente». In tale scenario dovrà quindi essere crescente l’attenzione dell’allevatore alla duplice necessità di ottimizzare l’esito dell’applicazione di presidi ormai divenuti «bioceutici» e di evitare «sprechi».